Le donne di Confcooperative Sicilia parlano oggi (e non ieri) della condizione femminile.
La Commissione Donne, che da poco si è costituita, ha compiuto una scelta ben precisa in merito. Lontano dalla retorica, se davvero si vuol porre l’attenzione sull’universo femminile, soprattutto in campo lavorativo, occorre farlo “ogni giorno dell’anno - come spiega Daniela Avanzato della cooperativa sociale Fa Bene Sicilia, a nome delle colleghe cooperatrici. Niente mimose, niente stereotipi ma fatti concreti.
“E' sempre difficile- spiega Nuccia Alboni della società cooperativa Ortonatura -incastrare gli appuntamenti familiari con quelli lavorativi. Spesso siamo mamme, siamo figlie, oltre ad essere impegnate nelle nostre attività lavorative. Se, come nel mio caso, si può contare sul supporto della famiglia, questo rappresenta una grande fortuna. Non sempre, però, purtroppo, si vivono situazioni così agevoli. Molte donne hanno, al contrario, sulle proprie spalle contesti pesanti di cui farsi carico. Mai arrendersi, mai mollare il lavoro, nonostante le difficoltà”. “Doversi trovare - aggiunge Daniela Avanzato - a scegliere tra famiglia e carriera è intollerabile nel 2023”.
La Commissione Donne sta compiendo i primi passi proprio in queste settimane all’interno di Confcooperative Sicilia. Si stanno approfondendo temi, ci si sta dando una lista di priorità, oltre agli organismi. “La questione femminile è immensa - prosegue Avanzato - Certamente tra le priorità figura la questione conciliazione dei tempi e la necessità di un incentivo che non faccia sentire alle donne il peso della responsabilità della famiglia. In commissione siamo donne diverse, anche dal punto di vista anagrafico. Se io, giovane, posso ritrovarmi a chiedermi se mettere su famiglia, altre colleghe hanno altri dubbi e battaglie da combattere”.
“In un settore come quello agricolo in cui opero da ormai 15 anni - racconta invece Nuccia Alboni- mi sono ritrovata in un contesto spesso maschilista. Ho studiato molto, ho dimostrato la conoscenza approfondita del settore, la mia preparazione. È così che mi sono difesa dalle reticenze e da abitudini consolidate nel tempo, in cui sembrava normale che l’uomo dovesse prevalere”.
Va diversamente nella cooperativa di Daniela, cooperativa sociale che sfrutta il commercio per l’inserimento di soggetti fragili, l’inclusione e la cura delle fragilità crea un humus diverso. “Il sociale- spiega- vede la cura al centro. Gli aspetti umani e sociali vengono riconosciuti alla donna, mentre le imprese con cui ci confrontiamo per la parte commerciale mostrano spesso realtà diverse. Sono poche quelle con un’importante presenza femminile, ma le nostre valutazioni sulla scelta dei fornitori si basano anche sulla questione di genere e su quanto le aziende con cui lavoriamo siano attente alla parità nella loro azienda. Un requisito fondamentale”.
Anche così si fa il cambiamento.