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Servizi sociali. Alleanza delle Cooperative: "Ecco qualcosa che Crocetta dovrebbe sapere".

Servizi sociali. Alleanza delle Cooperative: "Ecco qualcosa che Crocetta dovrebbe sapere".

Mancini, Piro e Cappadona: "Crediamo sia profondamente sbagliato avvelenare e destrutturare uno dei pochi sistemi che in Italia hanno funzionato in questi anni. Un sistema che ha funzionato malgrado i tanti deficit, noti a tutti, della pubblica amministrazione, anche regionale, in primis l'insufficiente allocazione di adeguate risorse e l'insostenibile tempo di ritardo nei pagamenti, ritardi che vanno dai 12 ai 18 mesi". 

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Tags: Rosario Crocetta,   Alleanza delle Cooperative Italiane,   Servizi sociali

Siamo costretti a prendere atto dell'effettivo avvio della campagna elettorale in Sicilia che si manifesta, e questo sinceramente ci dispiace, anche attraverso le ripetute dichiarazioni in merito all'erogazione dei servizi sociali e gli attacchi ingiustificati e reiterati alle cooperative sociali, da parte del presidente della Regione Rosario Crocetta in diversi talk show televisivi.

Non vogliamo seguire la strada della polemica. Perché non ci appartiene e perché siamo più interessati a guardare alla soluzione dei problemi.

Per questo vogliamo invece proporre una riflessione nel merito delle questioni.

Il Presidente Crocetta si rivolge a due diverse categorie:

alle famiglie che vivono drammatiche e quotidiane difficoltà, come ad esempio la presenza di un familiare disabile, alle quali si lascia intravedere, contrapponendole alle cooperative sociali, la possibilità di ricevere direttamente un contributo di 2.000 euro in luogo dei servizi fino ad oggi ricevuti;

al mondo del precariato, storico bacino elettorale siciliano, lasciando immaginare la possibilità di una stabile occupazione come operatori socio-sanitari attraverso la previsione di una riqualificazione con appena 200 ore di formazione.

Noi crediamo, e vogliamo appunto pacatamente evidenziarlo, che sia profondamente sbagliato, qualunque siano le motivazioni, avvelenare e destrutturare uno dei pochi sistemi che in Italia hanno funzionato in questi anni. Un sistema che ha funzionato malgrado i tanti deficit, noti a tutti, della pubblica amministrazione, anche regionale, in primis l'insufficiente allocazione di adeguate risorse e l'insostenibile tempo di ritardo nei pagamenti, ritardi che vanno dai 12 ai 18 mesi.

E vogliamo ancor più pacatamente evidenziare che su quelle stesse persone, disabili, loro familiari e precari. si produrrebbero al contrario effetti drammatici laddove quelle proposte dovessero effettivamente realizzarsi.

Perché? Perché se quanto promesso dal Presidente Crocetta divenisse realtà succederebbe che:

la qualità dei servizi avrebbe verosimilmente un crollo verticale per l'inesperienza e l'insufficiente preparazione degli operatori (una persona inesperta che con poche ore di formazione diventa operatore socio sanitario);

si produrrebbe un nuovo ed enorme bacino di disoccupati con le decine e decine di migliaia di operatori attualmente occupati nella cooperazione sociale (a maggioranza femminile e giovanile) automaticamente espulsi dal circuito del lavoro;

i ritardi nei pagamenti alle cooperative si tradurrebbero in ritardi nella erogazione del contributo alle famiglie. Il che significherebbe che, per sostenere le spese di assistenza, le famiglie dei disabili dovrebbero indebitarsi con il sistema bancario (probabilmente senza averne la possibilità) come fanno oggi le cooperative;

si abbasserebbe enormemente il livello di assistenza perché ci sarebbero famiglie che preferirebbero non acquistare i servizi per il proprio congiunto ed utilizzare invece differentemente le somme che dovrebbero percepire (con i ritardi di cui sopra). Conseguentemente si trasformerebbe la spesa in servizi di assistenza sociale in sostegno al reddito con evidente distrazione dagli obiettivi di bilancio e di politica sociale, alimentando magari fenomeni di lavoro nero (come la casistica delle badanti). Per questo stesso motivo (la scelta delle famiglie di utilizzare diversamente il contributo percepito) anche i precari (formati, anche se malamente, con spesa a carico del sistema regionale) non riuscirebbero ad avere la promessa opportunità lavorativa.

Alla luce di queste considerazioni noi ci rivolgiamo allora al Presidente della Regione, alla sua giunta ed a quanti hanno responsabilità decisionali, a partire dalla deputazione regionale chiamata a legiferare. E offriamo la nostra disponibilità al confronto nel merito sulla cooperazione e sui servizi sociali a partire da, esperienze, dati e fatti oggettivi.

Ed al Presidente Crocetta, se ha notizie di un uso improprio della cooperazione, chiediamo di fare  nomi e cognomi. E di assumersi la responsabilità di usare gli strumenti che ha a disposizione per effettuare le dovute verifiche. Ci troverà a suo fianco a combattere chi utilizza le cooperative per fini doversi da quelli per i quali esse sono nate. Ma eviti di spaccare in due un mondo fin qui unito e caratterizzato in massima parte da esempi virtuosi di piena integrazione e condivisione, quello della disabilità e della cooperazione sociale. Perché questo non è un esercizio che fa bene alle nostre comunità. E non produce neanche consenso. Anzi, rischia di farne perdere buona parte per strada. E per ciò che riguarda siamo pronti a sostenere le iniziative di protesta già preannunciate dalle associazioni dei familiari.

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