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Patto sociale per la Sicilia contro le “fughe” dall’isola

Patto sociale per la Sicilia contro le “fughe” dall’isola

Parte dall’Assemblea Annuale di Confcooperative Sicilia, con la presenza di oltre 250 cooperative, ben rappresentate nel video di apertura dei lavori, la proposta di una nuova stagione di collaborazione tra pubblico e privato sociale auspicata dal presidente Gaetano Mancini dal palco del San Paolo Palace Hotel, alle istituzioni regionali ed alla politica.

lunedì 23 ottobre 2023

Parte dall’Assemblea Annuale di Confcooperative Sicilia, con la presenza di oltre 250 cooperative, ben rappresentate nel video di apertura dei lavori, la proposta di una nuova stagione di collaborazione tra pubblico e privato sociale auspicata dal presidente Gaetano Mancini dal palco del San Paolo Palace Hotel, alle istituzioni regionali ed alla politica.

“Proponiamo– spiega Mancini –la costruzione di un’alleanza vera per affrontare i nodi che impediscono lo sviluppo della Sicilia. E chiediamo attenzione verso la cooperazione siciliana”.

“Lo scenario in cui operano le imprese siciliane è difficilissimo. Serve ripensare le strategie. E poi ci sono i dati demografici che devono allarmare: secondo l’ISTAT in dieci anni la Sicilia ha visto diminuire la propria popolazione di 310 mila residenti. Non più solo nelle sole aree rurali: negli ultimi dieci anni i Comuni più colpiti sono infatti, in valore assoluto, Palermo (91.237 residenti in meno), Catania (24.370 in meno) e Messina (16.050 in meno). Mentre in termini percentuali, secondo Eurostat, Enna e Caltanissetta sono state nel 2021 le province italiane con il maggior calo di popolazione, rispettivamente con il 9,6% ed il 7,8%. Sono dati drammatici. Siamo inoltre dentro a cambiamenti che stravolgono i paradigmi ai quali siamo stati abituati. Dobbiamo allora decidere se subirli, con lo sguardo rivolto al passato, o cavalcarli con coraggio, provando a trarre da essi nuove opportunità”.

Le istituzioni presenti – l’assessore alle Attività Produttive Edy Tamajo e l’assessore all’Economia Marco Falcone per il Governo regionale, i presidenti di commissione, Bilancio Dario Daidone, Antimafia Antonello Cracolici, Attività Europee Luigi Sunseri, il componente di commissione Salute Giuseppe Lombardo, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il presidente ANCI Paolo Amenta e numerosi deputati – hanno condiviso le proposte di Confcooperative Sicilia e garantito la massima collaborazione.

Un profondo grido d’allarme quello lanciato da Confcooperative Sicilia e da Confcooperative Nazionale, presieduta da Maurizio Gardini, il quale nel suo intervento conclusivo ha evidenziato “la resilienza ed il ruolo delle cooperative dei diversi settori nelle situazioni di difficoltà esprimendo l’impegno della Confcooperative nazionale a supporto del loro sviluppo in Sicilia per proseguire nel lavoro fatto in questi anni”.
“I dati del Centro Studi di Fondosviluppo parlano chiaro– dice ancora Mancini. Le cooperative sono presenti nel 90% dei comuni siciliani. E spesso rappresentano un presidio di servizi che rimarrebbe altrimenti inespresso per la propria comunità. E danno lavoro buono, quello dei CCNL, a oltre 62.000 addetti in Sicilia, producendo 5,4 miliardi di euro di fatturato. Ma sono realtà che vanno rafforzate. Oggi, nel nostro territorio, 7 cooperative su 10, tra quelle potenzialmente ammissibili alle garanzie del Fondo Centrale di Garanzia, si trovano in una condizione di fragilità, 4 su 10 di “vulnerabilità” e 3 su 10 di “rischiosità. E tolte le cooperative bancarie/finanziarie, solo lo 0,2% si può classificare come “grande impresa”, il 2,4% come “media”, il 15,7% come “piccola” e ben l’81,2% come “micro”. Le “micro” e le “piccole”, che rappresentano il 97% della cooperazione siciliana, fatturano appena il 56% del totale. Qui risiede l’allarme, a cui le istituzioni devono dedicare attenzione e impegno. Servono misure mirate: la prima è relativa alla funzionalità dell’IRCA. Perché una delle prime risposte da dare a quel 97% di micro e piccole imprese sta nella capitalizzazione e nel miglioramento delle condizioni per l’accesso al credito. L’IRCA è partito solo per le imprese artigiane, lasciano la cooperazione ai margini. Occorre allora procedere con decisione”.