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Più attenzione alla cooperazione, pronta una misura della Regione

Più attenzione alla cooperazione, pronta una misura della Regione

Il mondo della cooperazione al centro, a partire da una misura che la Regione Siciliana si appresterebbe a varare a sostegno delle cooperative e mettendo in campo ingenti risorse. Si chiamerà "Più Cooperazione" ed è stata anticipata dall'assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo all'Assemblea regionale di Confcooperative Sicilia, che ha condotto alla riconferma del presidente Gaetano Mancini. Novità anche in merito al credito agevolato IRCA. 

lunedì 25 marzo 2024

Una nuova misura a sostegno della Cooperazione in Sicilia.

E' stata annunciata dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo nel corso dell’Assemblea Regionale di Confcooperative Sicilia, che ha eletto i nuovi organismi e riconfermato alla presidenza, a larghissima maggioranza, Gaetano Mancini.
La misura si chiamerà “Più Cooperazione” e in tempi brevissimi, secondo quanto annunciato dall’assessore, intervenuto anche in rappresentanza del presidente Renato Schifani, consentirà alle imprese cooperative di finanziare i propri progetti di sviluppo, sulla falsa riga della misura “Più Artigianato” già messa in campo. “Un ulteriore segno di attenzione da parte del governo regionale- ha detto Tamajo alla platea di cooperatori- e un ulteriore sostegno al mondo cooperativo”. L’assessore ha ribadito, inoltre, la propria apertura al confronto sui temi che riguardano la cooperazione in tutti i settori e sottolineato un passaggio fondamentale verso la soluzione dei problemi di accesso al credito agevolato da parte delle cooperative: il completamento del Cda dell’IRCA, l’istituto regionale per il credito agevolato, con la nomina del componente della cooperazione, individuato, su designazione delle centrali maggiormente rappresentative, nel Presidente di Confcooperative Sicilia.
Attenzione puntata anche sul rapporto tra il mondo della cooperazione e i Comuni. Il Presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta ha definito “inconcepibile che la programmazione della spesa nell’isola sconti ritardi di anni” ed ha proposto la sigla di patto che possa individuare le azioni necessarie per risolvere le criticità che vivono sia i comuni che le cooperative.
Il Presidente Mancini ha messo in evidenza i numeri di Confcooperative in Sicilia: quasi 2.000 imprese, oltre 59.000 soci e 25.000 persone impiegate, un giro d’affari che supera 1 miliardo e 200 milioni di euro. Una realtà dove il 56% degli occupati, il 33% dei soci e il 35% dei presidenti dei Consigli di amministrazione è donna e che mostra un indice di prevalenza mutualistica del 79,5%, che vuol dire autenticità.
In questo scenario, il numero uno di Confcooperative Sicilia ha indicato tre emergenze su tutte: “L’adeguamento delle rette nel settore delle Politiche Sociali- spiega Mancini - soprattutto alla luce del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale – per non compromettere i servizi ai cittadini più fragili e non mettere a rischio il lavoro di oltre 40.000 dipendenti”. Seconda emergenza: Risposte all’Agricoltura, che con l’Allevamento e la Pesca è in profonda crisi per via di norme che li penalizzano di fronte alle aggressioni dei prodotti esteri la cui economicità si basa sulla minore qualità e sicurezza e si nessuna cura per l’ambiente”. Terza priorità: Rivedere le strategie sulle Infrastrutture. Mancini rivendica la necessità di “prevedere urgentemente nella progettazione del collegamento ferroviario Catania-Palermo l’alta velocità a 300 km rivedendo le scelte fin qui compiute. L’Alta velocità determina ricchezza per il territorio ed è assurdo progettare nel 2024 opere ferroviarie con criteri del secolo scorso”.
Numerosi gli interventi dei delegati, a cui sono seguite le conclusioni affidate al Presidente di Confcooperative Nazionale, Maurizio Gardini, che ha ribadito la necessità di affrontare, anche con un tavolo nazionale, le emergenze segnalate dalle cooperative siciliane sia per quanto riguarda le cooperative socio sanitarie, per le quali c’è una interlocuzione aperta con i Presidenti delle Regioni sul tema delle rette sia per quanto riguarda l’agricoltura e la pesca, che richiedono l’eliminazione degli effetti perversi di un ambientalismo ideologico che era stato per tempo denunciato.