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Servizi sociali: Bandi nuovi, problemi vecchi

Servizi sociali: Bandi nuovi, problemi vecchi

Bandi nuovi, problemi vecchi in tema di Servizi Sociali a Catania e nel Distretto Socio-Sanitario 16. Confcooperative Sicilia contesta alcuni aspetti e avanza precise richieste agli enti interessati. Ad entrare nel merito è il Segretario Generale, Luciano Ventura. 

mercoledì 24 aprile 2024

Bandi nuovi, problemi vecchi in tema di Servizi Sociali a Catania. Ci sono diverse questioni da affrontare con urgenza e su cui Confcooperative Sicilia si sta fortemente impegnando, chiedendo una marcia indietro e, laddove necessario, la sospensione dei bandi pubblicati. Il primo punto riguarda i bandi per l’affidamento di servizi sociali a favore di minori disabili, recentemente pubblicati dal Distretto Socio-Sanitario n. 16 (Catania, Misterbianco, Motta S’Anastasia) e dal Comune di Catania. Entrando nel dettaglio, si tratta dell’avviso riguardante il servizio équipe multidisciplinare destinato ai comuni di Misterbianco e Motta S. Anastasia - CIG: B119DAD235 e quello relativo al servizio di assistenza all’autonomia ed alla comunicazione a favore degli alunni disabili delle scuole dell'infanzia, le scuole primarie e secondarie di primo grado - anno scolastico 2024/2025 e successivi.  "Partendo dal servizio équipe multidisciplinare-spiega il segretario generale, Luciano Ventura- il costo stimato per le figure dello psicologo (E2) e dell'educatore (D2), rispettivamente in euro 22,77 e in euro 21,90, non è conforme alle tabelle contrattuali vigenti. Questo dato va considerato anche in relazione alla durata del servizio, stabilita dal capitolato in 24 mesi, mentre la tabella dei costi fa riferimento a un arco temporale di 90 settimane, il quale corrisponde a circa 20 mesi, altro elemento discordante che il Distretto dovrebbe opportunamente rivedere. Da precisare-continua Ventura- che il calcolo del costo delle figure professionali è stato elaborato su una base di 90 settimane, altrimenti gli importi unitari previsti dal Capitolato risulterebbero ancora più bassi. Giova ricordare che la corretta applicazione dell'art. 41, comma 13, del Codice degli appalti pubblici prevede che l'affidatario del servizio è tenuto ad osservare il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni. Il principio è quello secondo cui al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici è applicato il contratto collettivo nazionale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, ragione per la quale la Stazione appaltante, nella determinazione del costo della manodopera, non può discostarsi dai valori vigenti della contrattazione collettiva nazionale, fatti salvi gli eventuali ribassi giustificati che potrà poi presentare l'operatore in sede di gara. Sotto altro profilo, per ciò che concerne in particolare i punteggi assegnati all'offerta tecnica, non si comprende del tutto come possa conciliarsi l'assegnazione di 8 punti all'offerta che includa l'impegno alle assunzioni necessarie all'occupazione giovanile e chiedere, allo stesso tempo, un'esperienza almeno triennale agli stessi operatori, nella specie all'educatore.
Si tratta di requisiti e criteri premiali che paiono stridere tra di loro, atteso che è a dir poco difficile che un giovane possa al contempo vantare tre anni esperienza nel servizio di cui si tratta. In proposito, sarebbe opportuno che la S.A. faccia una scelta netta tra il requisito dell'esperienza professionale triennale previsto quale condizione di partecipazione all'affidamento e il criterio dell'occupazione giovanile perché davvero difficilmente conciliabili tra loro."
Confcooperative Sicilia chiede pertanto la rettifica del capitolato nelle parti segnalate e la riapertura dei termini dell'affidamento in oggetto, in un'ottica di collaborazione con le parti sociali e di miglioramento del servizio che sarà reso alla Comunità.
Passando al nuovo Avviso Asacom del Comune di Catania,questo ripropone la stessa tariffa oraria dello scorso e mette in questo modo in enormi difficoltà le cooperative sociali. Confcooperative Sicilia non ci sta e chiede l’immediata sospensione del bando e la convocazione urgente di un tavolo di concertazione che consenta di definire una nuova tariffa, che sia finalmente adeguata.
Il Segretario Generale Luciano Ventura interviene sul tema e definisce gli importi indicati dal Comune “non sostenibili”. “La tariffa che il Comune ha applicato con il precedente bando e che intenderebbe riproporre anche adesso ammonta a 20 euro, addirittura inclusivi di Iva e costi di gestione. A fronte di questo- aggiunge Ventura- l’amministrazione comunale pretende il livello D2 del CCNL, che com’è noto, dopo il rinnovo, comporta per le cooperative costi per il personale decisamente più alti e a queste condizioni non sopportabili”.
La proposta di Confcooperative Sicilia è che la tariffa venga portata ad almeno 22,50 euro per il 2024, con ulteriori aumenti da apportare entro Giugno 2025. Il costo per le figure professionali risulta altrimenti sottostimato rispetto alla realtà e non conforme alle tabelle contrattuali vigenti, anche in considerazione della durata del servizio richiesto.
La richiesta di Confcooperative Sicilia è chiara. “Nell’immediato occorre sospendere le procedure relative al bando, che sarebbe in scadenza i primi di maggio- prosegue il segretario generale Ventura- Auspichiamo che il Comune dimostri di voler agire in un’ottica di collaborazione con le parti sociali e di miglioramento del servizio che potrà essere reso alla Comunità, ma anche di liceità visto, che, deprimere il costo del lavoro in questa tipologia di servizi, significherebbe lasciar fuori dall’affidamento tutte le cooperative sane e rispettose del CCNL e delle norme e lasciare campo libero a chi non ha alcun rispetto ne della norma ne dei lavoratori.
Senza il congruo adeguamento delle tariffe, diventerebbe particolarmente problematico riuscire a garantire un servizio essenziale per gli studenti che necessitano di assistenza all’autonomia e alla comunicazione, senza il quale a venire meno è lo stesso diritto allo studio. Fino ad oggi e in svariate occasioni le nostre cooperative hanno dimostrato un senso di responsabilità non indifferente, sostituendosi addirittura alle mancanze degli enti pubblici e facendone le spese. Non si può, tuttavia, tirare ulteriormente la corda. Le risorse vengono decisamente a mancare e le cooperative non possono essere lasciate da sole, soprattutto dopo il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, provvedimento certamente dovuto, ma che deve essere accompagnato da azioni dei Comuni e prima ancora della Regione perché possa tradursi in una conquista e non in un’ulteriore batosta ai danni della cooperazione sociale e quindi delle comunità”.